Da ISIDE l’innovazione a supporto della sicurezza in mare

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Dopo tre anni e mezzo di studi, simulazioni, analisi di risultato e continui confronti a livello partenariale, il progetto Interreg ISIDE (Innovazione per la SIcurezza DEl mare) giunge ufficialmente a conclusione. Questa mattina, nella suggestiva location della Manifattura Tabacchi a Cagliari – che ha ospitato l’evento organizzato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna – sono stati illustrati tutti i vari passaggi del percorso che, da marzo 2019, passando per le restrizioni della pandemia, ha dato vita ad un applicativo che consentirà di migliorare in maniera significativa gli standard di sicurezza, le procedure di navigazione e, soprattutto, azzerare l’errore umano nelle comunicazioni tra natante e  terraferma. Il prototipo testato sul campo – con simulazioni di incidenti tra imbarcazioni nei porti di Genova, Cagliari, Livorno, Tolone e Bastia e monitoraggio dei livelli di stress delle persone coinvolte – è in grado di riportare il segnale AIS VHF utilizzato per le comunicazioni in mare direttamente su applicativi installabili negli smartphone e negli smartwatch, rendendo fruibile e sempre disponibile la tecnologica che, in caso di incidente, sarà in grado di sostituirsi al “fattore umano” nella delicata fase di comunicazione con le centrali operative delle Capitanerie di Porto. Due le attività di carattere tecnico previste dal progetto ISIDE che ha coinvolto 8 partner (Università degli Studi di Cagliari UNICA-CIREM; SIIT – Sistemi Intelligenti Integrati e Tecnologie Società consortile per azioni (Scpa); ITCG – Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera ; Autorità di Sistema Portuali del Mar Tirreno Settentrionale e del Mare di Sardegna; NAVIGO; Camera di Commercio di Bastia e dell’Alta Corsica; Camera di Commercio del Var) e impiegati 2.300.000 euro, di cui 1.955.000 euro di fondi FESR. Una prima, denominata T1, è stata dedicata all’analisi del quadro normativo, dei fattori di incidentalità e degli strumenti attualmente disponibili per le comunicazioni mare-terra; contestualmente, attraverso uno studio sul campo e diversi focus group, sono stati coinvolti i principali operatori per la definizione di nuovi protocolli di comunicazione da sottoporre a test in apposito laboratorio. Nel corso della seconda attività (T2) è stata progettata un’infrastruttura ICT integrata e comune per le comunicazioni marittime e terrestri, testata sul campo con le simulazioni di incidente nei porti di riferimento dei partner progettuali (Liguria, Sardegna, Toscana, Var e Corsica) e gli stress test sui nuovi modelli di comunicazione natante – centrale operativa. Iniziative, queste ultime, che hanno visto lo straordinario e, in alcuni casi spettacolare, coinvolgimento degli uomini, dei mezzi navali ed aerei delle Capitanerie di Porto italiane e dei corrispettivi francesi. Numerosi gli sviluppi futuri della nuova tecnologia. Una volta superata la fase prototipale, il prodotto potrà essere reso disponibile sul mercato e quindi pienamente utilizzabile in campo marittimo, con evidenti benefici nella riduzione degli incidenti che, come riportato negli approfondimenti dei documenti progettuali di ISIDE, sono determinati, per un 17 per cento, da specifiche problematiche di comunicazione e, da un 80 per cento, da condizioni legate al fattore umano. Aspetti, questi, sui quale la tecnologia interverrebbe riportando a zero l’incidenza. “E’ stato un progetto complesso e difficile, che ha dovuto superare alcune difficoltà inaspettate, prima fra tutte la pandemia da COVID 19 esplosa in pieno sviluppo del progetto – spiega Gianfranco Fancello, professore all’Università di Cagliari – . Nonostante questi eventi abbiano condizionato in misura rilevante alcune delle attività, il partenariato di progetto e tutti gli attori coinvolti sono stati in grado di adeguare la tabella di marcia arrivando, addirittura, ad un risultato inaspettato e di gran lunga superiore a quello previsto inizialmente. Oggi possiamo quindi ufficializzare la piena funzionalità ed efficienza del nostro prototipo che, una volta ingegnerizzato, sarà reso fruibile a tutti gli operatori di mercato. Allo stesso tempo lasciamo aperto il laboratorio sui fattori umani creato all’interno di ISIDE, che rimane a disposizione del partenariato e di tutta la collettività per generare nuove attività di ricerca fortemente integrate, capaci di mettere in evidenza l’incidenza del fattore uomo e che permettano di sviluppare processi e prodotti fortemente rispondenti e performanti agli standard psicofisici”. Fondamentale il ruolo dei partner che hanno sostenuto appieno e accompagnato la visione del capofila fino al completamento del percorso con l’evento finale odierno che, scandito dalle relazioni tecniche sull’articolato e complesso settore marittimo e portuale, ha ospitato, nell’ottica della capitalizzazione tra iniziative del cluster Interreg, anche la conclusione del progetto Alacres 2 (Servizio Avanzato di Laboratorio per Crisi ed Emergenze in porto nello spazio di cooperazione dell’alto tirreno, basato su Simulazione). “Possiamo considerarci pienamente soddisfatti del risultato raggiunto – dice Massimo Deiana, Presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna – E’ stato un percorso lungo, reso particolarmente difficoltoso dalle limitazioni della pandemia, ma non per questo meno entusiasmante e proficuo. Oggi presentiamo quello che, sono certo, potrà rappresentare una pietra miliare nel campo della sicurezza in mare e in ambito portuale. Nuove tecnologie, ma, soprattutto, nuovi laboratori di studio e confronto che vedono i porti sardi ancora una volta protagonisti nell’innovazione”.         

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